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RISCHIO CANCEROGENO INTERCONNESSO ALL'USO DEI CELLULARI
cem
, malattia professionale
, salute
, sentenza
Il 14 Gennaio 2020 la Corte d’Appello di Torino ha confermato la sentenza di Ivrea che nell’aprile 2017 aveva riconosciuto il nesso causale fra insorgenza di tumore del nervo acustico (neurinoma) e esposizione al telefono cellulare per motivi professionali. Un verdetto storico, per la prima volta un lavoratore ha ottenuto due sentenze di merito favorevoli a tal proposito. Tale verdetto stabilisce un precedente unico al mondo, suggerendo una connessione casuale tra l'uso dei cellulari e l'insorgenza di tumori ad oggi non riconosciuta da nessuna istituzione scientifica.
Il lavoratore è un ex dipendente Telecom che trascorreva almeno 4 ore al giorno al cellulare per un tempo complessivo stimato di 12.600 ore nel corso di 15 anni (1995-2010). Già la sentenza di primo grado aveva riconosciuto come malattia professionale la patologia in oggetto e questa ulteriore sentenza, conferma quella di primo grado e rigetta il ricorso in appello avanzato dall’Inail.
La sentenza ha fatto guadagnare alla Corte più di un commento di disappunto da parte di esperti del mondo della salute facendo emergere pareri molto discordanti.
C’è chi denuncia periodi di osservazione troppo brevi nella maggior parte degli studi scientifici affinché la malattia si sviluppi e chi invece accusa un presunto conflitto d'interessi, dichiarando che quegli stessi studi vengono finanziariamente supportati dalle compagnie telefoniche.
Moltissimi sono i prestigiosi studi scientifici che ritengono infondata la correlazione individuata dai giudici.
Esiste tuttavia un ristretto numero di studi che hanno evidenziato la possibile correlazione tra uso del cellulare e sviluppo di neoplasie, tuttavia questi rappresentano una minoranza e i loro risultati non sono stati ripetuti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in passato ha presentato più volte il proprio parere, l’ultima delle quali nel 2017, dove ha dichiarando che le evidenze scientifiche fino ad allora dimostravano che nessun effetto avverso è stato valutato come causato dall'uso del telefono cellulare. Tuttavia dal maggio del 2011 l’International Agency for Research on Cancer (IARC) dell’OMS ha classificato i campi elettrici a radiofrequenza nella categoria 2B di rischio, ovvero li ha classificati con la dicitura «possibili cancerogeni», tutt’oggi questo risulta essere ancora un parere valido per il quale non si è presa una vera posizione definitiva.
A cura di: Dott. Davide BAGLIONI