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 Ven 21 Set 2018

MANUALE INAIL SULLE ZOONOSI TRASMESSE DA ZECCHE

MANUALE INAIL SULLE ZOONOSI TRASMESSE DA ZECCHE

Un nuovo documento INAIL (Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale), dal titolo “Zoonosi trasmesse da zecche” tratta la tematica della sicurezza dei lavoratori che lavorano in zone con possibile presenza di zecche (cfr. allegato). Fa seguito ad una precedente pubblicazione del 2014, e ne costituisce un aggiornamento/ampliamento. Tratta/approfondisce i seguenti argomenti:

Zoonosi

Le malattie trasmesse da vettori

L’ambiente

Le zecche

Tassonomia, sistematica, evoluzione

Pericolosità delle zecche

Procedure per il controllo della diffusione delle zecche

Misure di prevenzione

Come rimuovere la zecca

Le malattie infettive trasmesse da zecche

Babesiosi

Bartonellosi

Borreliosi di Lyme

Ehrlichiosi - Anaplasmosi

Febbre bottonosa del mediterraneo

Febbre Q

Febbre ricorrente da zecche

Meningoencefalite da zecche (TBE)

Tularemia

L’uomo

Il rischio biologico

Cenni sulla normativa italiana in ambito occupazionale

Il rischio biologico: definizione e quadro normativo

ll rischio biologico nel settore agro-zootecnico e forestale

Riferimenti normativi

Approfondimenti

Centri di referenza e loro attività

Schede zecche

Si considera il fatto che diversi fattori (compresi i mutamenti climatici e la trasformazione degli ecosistemi) abbiano favorito negli ultimi anni una maggiore e diversificata diffusione delle zecche su tutto il territorio nazionale, con una conseguente circolazione, non sempre controllabile, dei patogeni da esse trasmessi e che, di fronte a questo rischio, una idonea diagnosi e gestione delle zoonosi (cioè le patologie trasmesse dagli animali all’uomo) richiedano anche una fattiva collaborazione tra servizi medici e veterinari, in modo da facilitare un adeguato e proficuo scambio di informazioni.

Fra le diverse infezioni occupazionali, le zoonosi veicolate da zecche rappresentano un rischio degno di nota, fra i lavoratori di determinati comparti (outdoor, rurale, di allevamento, etc.), con conseguente necessità di gestione nell’ambito dell’applicazione del titolo X del D.lgs. 81/2008 (protezione da agenti biologici).

Gli autori del documento su indicato evidenziano, fra gli obbiettivi della pubblicazione, quello di fare chiarezza sui rischi reali ai quali il lavoratore che opera in ambienti outdoor può andare incontro in conseguenza della puntura di una zecca.

Le malattie infettive principali trasmesse da zecche sono: Babesiosi – Bartonellosi – Borreliosi di Lyme - Ehrlichiosi – Anaplasmosi - Febbre bottonosa del mediterraneo - Febbre Q - Febbre ricorrente da zecche - Meningoencefalite da zecche (TBE) – Tularemia. Vengono tutte trattate e descritte, all’interno della pubblicazione.

L’analisi accurata dei microrganismi patogeni veicolabili dalle zecche consente di comprendere l’importanza delle prassi, dei comportamenti e delle procedure specifiche necessarie per evitare l’interazione con tali patogeni.

Il manuale presenta specifici strumenti operativi per la gestione del rischio biologico; utili riferimenti per tutti coloro che prestano il proprio lavoro in ambito rurale, ovvero in ambiente a rischio, in genere.

Fra gli aspetti trattati, si fa riferimento alle misure di prevenzione del rischio, per la popolazione e per i lavoratori.

Si indica che, per la prevenzione delle infezioni trasmesse dalle zecche, occorre predisporre programmi d’intervento finalizzati all’igiene personale, all’igiene ambientale, nonché all’igiene degli animali domestici.

Nel documento si segnala, fra l’altro, che per le zecche adattate ad ambienti naturali, il rischio di infestazione è legato alla frequentazione di determinati luoghi e si è visto che è particolarmente elevato nello svolgimento di alcune attività, come ad esempio passeggiate in campagna, camping, ricerca di funghi, pesca e caccia. Quest’ultima attività presenta un ulteriore fattore di rischio legato alla manipolazione di selvaggina spesso massivamente infestata. Gli ambienti preferiti dalle zecche sono costituiti da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, freschi e umidi. Oggi, tuttavia, non è rara la loro presenza anche in ambienti con clima caldo e asciutto e con vegetazione più ridotta. Come precauzione sarà utile indossare indumenti di colore chiaro, che agevoleranno nella identificazione delle zecche presenti su di essi.

Le infezioni trasmesse da zecche sono più frequenti nei mesi estivi ed autunnali; in particolare, nei paesi a clima temperato, l’attività delle zecche è massima nel periodo maggio - ottobre.

Si riporta un estratto della pubblicazione circa alcune indicazioni generali di prevenzione comportamentale, prevenzione meccanica e prevenzione chimica.

Prevenzione comportamentale:

- Percorrere sentieri ben battuti ed evitare luoghi visibilmente frequentati da animali o percorsi che costituiscono passaggi obbligati per branchi di animali selvatici, perché diventa maggiore il rischio di trovare zecche;

- Non indossare abiti legati alla vita che possono avere l’effetto “coperta strisciata”;

- Sconsigliato l’uso di indumenti di lana, soprattutto se a lavorazione grossolana e molto filamentosa; ciò costituisce un ottimo e facile appiglio per le zecche;

- Preferire sentieri con vegetazione bassa;

- Non lasciare zaini o altri accessori sul suolo;

- Procedere, in caso di lavoro o sosta in aree conosciute come infestate, a periodiche ispezioni degli indumenti e delle parti del corpo scoperte per verificare l’eventuale presenza di zecche;

- Al rientro dalle attività, soprattutto in boschi di montagna, effettuare un’accurata ispezione del corpo per controllare l’eventuale presenza di zecche sulla cute ed effettuare lavaggi accurati (se una zecca è riuscita a oltrepassare la coltre dei vestiti, ma non si è infissa nell’epidermide umana, è sufficiente un accurato lavaggio corporeo per eliminarla);

- Effettuare un’ispezione meticolosa del corpo soprattutto in corrispondenza dei punti con reticolo venoso superficiale più rappresentato (ascelle, inguine, cuoio capelluto, ecc.).

Prevenzione meccanica:

- Indossare scarpe chiuse e pantaloni lunghi;

- Indossare ghette o calzare stivali in gomma;

- Utilizzare la tecnica “taping up” quando si calzano gli stivali. Questa tecnica consiste nel chiudere con più giri di nastro adesivo la parte apicale dello stivale con il pantalone; sarebbe ideale che gli ultimi due giri di nastro presentassero verso l’esterno la parte adesiva in modo da interrompere l’ascesa di eventuali zecche.

Prevenzione chimica:

- Impregnare di repellente calzettoni, ghette da montagna e pantaloni, prima di mettersi in cammino nei boschi. L’impregnazione completa di abiti è consigliata in particolare a guardie e operai forestali o a chi svolge altre attività lavorative in zone ad alto rischio di infestazione. L’impregnazione impedisce alle zecche di fissare l’apparato buccale nella cute; infatti le zecche, data la lunga permanenza sui tessuti trattati, muoiono oppure abbandonano l’ospite appena possibile;

- Irrorare sempre le scarpe, gli stivali (in particolare se non sono di gomma) e/o le ghette;

- Su tutte le parti scoperte del corpo cospargere un repellente idoneo e specifico per la cute (in particolare arti inferiori).

Le misure di prevenzione per i lavoratori

Riguardo alla prevenzione per i lavoratori, il manuale sottolinea che alcune categorie professionali sono potenzialmente esposte ai morsi di zecca, ad esempio i boscaioli, gli agricoltori, i cacciatori, i forestali, i guardiacaccia, gli operatori delle telecomunicazioni e delle compagnie elettriche che posano tralicci in aree a rischio e tutti quelli che svolgono attività lavorativa o sportiva all’aria aperta (in generale, in aree a rischio infestazione).

Per tali soggetti – secondo quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. – dovrebbe essere raccomandata la profilassi attiva mediante la vaccinazione per le patologie per le quali il vaccino è disponibile (ad esempio la vaccinazione contro l’encefalite virale da zecca – TBE).

In caso di escursioni o permanenza in zone a rischio sono poi consigliate alcune misure di prevenzione attraverso l’utilizzo di mezzi di controllo chimico.

Ad esempio (secondo quanto riportato nel Piano nazionale di sorveglianza e risposta all’encefalite virale da zecche e altre arbovirosi e hantavirus non sottoposti a specifici piani di sorveglianza e risposta – 2017), gli insetto-repellenti cutanei dimostratisi più efficaci nei confronti delle zecche sono: la dietiltoluamide (DEET), l’icaridina (picaridina o KBR 3023) e la permetrina.

In ogni caso, a seguito della valutazione del rischio, il medico competente provvederà alla definizione dell’apposito protocollo sanitario





A cura di: P.I. Marco ANTONIELI


ALLEGATI
  Allegato: “Zoonosi trasmesse da zecche”

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