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 Ven 23 Nov 2018

CARRELLI ELEVATORI: VERIFICHE DELLE CATENE DI SOLLEVAMENTO

  attrezzature di lavoro , controlli , linee guida , verifiche periodiche

CARRELLI ELEVATORI: VERIFICHE DELLE CATENE DI SOLLEVAMENTO

Accade non di rado che i controlli sullo stato di efficienza delle catene di sollevamento dei carrelli elevatori vengano effettuati in modo superficiale e non confacente a quelli che sono i requisiti normativi, ovvero alle procedure espresse dalle linee guida di riferimento (in particolare “Linea guida INAIL – ex ISPESL” consultabili all'allegato 1).

Gli errori macroscopici più frequenti sono riconducibili ai seguenti aspetti:

a. Errata identificazione dei soggetti incaricati della effettuazione delle verifiche

b. Errata frequenza dei controlli periodici delle catene

c. Errata identificazione ed analisi dei parametri di degrado delle catene

La normativa è sufficientemente chiara al riguardo di tutti i punti su indicati, in particolare:

a. L’articolo 71 del D.lgs. 81/2008 prevede, fra l’altro, che:

il datore di lavoro prenda le misure necessarie affinché le attrezzature di lavoro siano oggetto di idonea manutenzione, al fine di garantire nel tempo la permanenza dei requisiti di sicurezza.

In caso di riparazione, di trasformazione o manutenzione, i lavoratori interessati siano qualificati in maniera specifica (per soggetti qualificati si intendono persone esperte, vale a dire persone che, sulla base della loro formazione ed esperienza professionale, dispongano di sufficienti conoscenze nell’ambito della tecnologia dei veicoli di cui trattasi, ed abbiano una dimestichezza sufficiente con le norme in vigore per la protezione dei lavoratori e la prevenzione degli infortuni, con le norme di buona tecnica, etc., tanto da poter valutare le condizioni di sicurezza delle attrezzature medesime).

È quindi assolutamente chiaro che la scelta del soggetto incaricato della manutenzione (e quindi del controllo delle catene) debba ricadere su personale qualificato. Non ci sono vincoli in merito alla scelta di personale interno o esterno all’azienda utilizzatrice. Di fatto, molti datori di lavoro si avvalgono della professionalità del proprio personale interno addetto alla manutenzione; altri, non avendo tale possibilità, avviano un contratto con ditte esterne specializzate.

b. All’interno dell’allegato VI del D.lgs. 81/2008, nella sezione 3 riguardante le disposizioni concernenti l’uso delle attrezzature di lavoro che servono a sollevare carichi (punto 3.1.2), è previsto, fra l’altro, che:

Le funi e le catene debbano essere sottoposte a controlli trimestrali, in mancanza di specifica indicazione da parte del fabbricante.

Ne consegue che il datore di lavoro utilizzatore sia tenuto, in prima battuta, a verificare eventuali indicazioni di periodismi più ravvicinati, all’interno del manuale di uso e manutenzione dell’attrezzatura; in caso di assenza (condizione frequente), dovrà attenersi alle verifiche trimestrali indicate in allegato VI.

c. A supporto di una corretta ed efficace verifica trimestrali delle catene, è disponibile la “linea guida per il controllo periodico dello stato di manutenzione ed efficienza dei carrelli elevatori e delle relative attrezzature” emanata (ormai da qualche anno) da ISPESL (ora INAIL). Le tematiche trattate sono assolutamente attuali, pur in presenza di taluni riferimenti normativi ormai superati.

Il tema del controllo periodico delle catene verte sulla identificazione di quattro parametri di criticità (cfr. allegato 2):

1. Usura delle catene.

Problema: le catene si consumano a causa dell’uso.

Come verificare: misurare la lunghezza “A” di 10 maglie consecutive (da perno a perno – nella zona di massima usura, generalmente nel tratto della catena al di sopra delle pulegge, con piastra portaforche sollevata in assetto di marcia); controllare sul manuale il passo “P” della catena; determinare l’allungamento percentuale, come risultato dell’algoritmo (A-10P)/10P x 100.

Azione conseguente: se l’allungamento percentuale (su catena tesa, nella condizione senza carico) risulta superiore al 2-3%, occorre provvedere alla sostituzione della catena e mantenere un buon livello di ingrassaggio/lubrificazione.

2. Presenza di maglie crepate.

Problema: presenza di maglie spezzate o criccate a causa di urti e/o strappi (prevalentemente con carrello carico al massimo della sua capacità).

Come verificare: ispezione visiva di tutta la catena, generalmente vicino ai perni, alla ricerca di cricche.

Azione conseguente: in caso di presenza di crepe o cricche, provvedere alla sostituzione della catena e mantenere un buon livello di ingrassaggio/lubrificazione.

3. Presenza di ruggine sulle catene.

Problema: la catena arrugginisce a causa di lubrificazione non corretta o insufficiente (ovvero per impieghi in ambienti “severi”).

Come verificare: ispezione visiva di tutta la catena, alla ricerca di ruggine su maglie e perni.

Azione conseguente: in caso di presenza di ruggine in quantità significativa, provvedere alla sostituzione della catena e mantenere un buon livello di ingrassaggio/lubrificazione.

4. Presenza di perni sporgenti.

Problema: i perni possono muoversi a causa di insufficiente o non corretta lubrificazione.

Come verificare: ispezione visiva di tutta la catena, alla ricerca di perni sporgenti rispetto alle maglie.

Azione conseguente: in presenza di perni sporgenti; provvedere alla sostituzione della catena e mantenere un buon livello di ingrassaggio/lubrificazione.

È infine opportuno controllare che le catene abbiano una tensione uniforme e che il dispositivo di tensionamento sia completo, ben fissato ed in buono stato di conservazione (assenza di segni di usura eccessiva e di cricche).





A cura di: PI Marco ANTONIELLI


ALLEGATI
  Allegato 1: Linea guida ISPESL (ex INAIL)
  Allegato 2: Scheda parametri di verifica

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