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AMBIENTE SANITARIO: LA PUBBLICAZIONE INAIL
L’Inail ha recentemente pubblicato una ricerca, “Carichi di lavoro e sicurezza degli operatori sanitari - Benessere di medici e infermieri, performance e conseguenze sulla sicurezza dei pazienti” (cfr. allegato), legata ad una indagine sulle cause che legano, in ambito sanitario, i volumi di attività e l’organizzazione del lavoro al benessere degli operatori, con effetti sull’incidenza delle tecnopatie (al di là di infortuni al sistema muscolo-scheletrico), sulla frequenza di eventi avversi, sulla qualità dell’assistenza e sull’efficienza anche economica del Sistema sanitario in generale.
Data la natura del lavoro in Sanità, che comporta grande coinvolgimento dei professionisti, alta complessità operativa, fattori giuridici/burocratici pressanti e crescita costante d’informatizzazione, l’importanza dell’analisi delle attività svolte e della definizione del carico di lavoro risulta di primaria importanza. A tal proposito, già numerose pubblicazioni di settore, a partire dal 2002, hanno dimostrato come problematiche legate ai carichi di lavoro possano dar vita ad una complessa spirale di criticità per la sicurezza dei professionisti in sanità e per la comunità in generale; temi che riguardano l’organizzazione attuale del lavoro nei sistemi sanitari e sono in grado di impattare pesantemente, a volte in modo dannoso sulla sicurezza e sul benessere dei professionisti e quindi dei pazienti.
Riportiamo di seguito, brevemente, le problematiche indagate dalla ricerca e le conclusioni a cui questa ha condotto.
Tempo per il paperwork vs tempo per il paziente
Il tempo necessario per il lavoro documentale ed amministrativo è in costante aumento, via via che il sistema delle cure diventa sempre più complesso, e rappresenta una notevole quantità di tempo-lavoro, a scapito degli altri aspetti del lavoro medico, la soddisfazione dei quali risulta inversamente proporzionale a questo peso.
Orario di lavoro e turnazione
La gestione delle ore di lavoro è diventato un altro fattore cruciale per l’organizzazione del lavoro; agli operatori si chiede di lavorare in turni prolungati, spesso straordinari, con un conseguente aumento di errori medici gravi, near miss o “quasi incidenti” e una diminuzione generale di sicurezza anche per i pazienti. Rispetto all’impatto di alcune condizioni usuranti del lavoro in sanità sulla qualità delle cure, l’Italia ha beneficiato di diverse ricerche portate avanti da gruppi scientifici e che hanno definito chiaramente quali circostanze hanno un’influenza positiva o negativa sulle prestazioni dei lavoratori e il loro benessere. In particolare, Camerino et al. (2009) hanno sottolineato la connessione tra turni di lavoro, turni di notte, le risorse psicofisiche e qualità della vita degli operatori sanitari. Tuttavia, ancora poco si sa circa i nessi visti dall’esterno, cioè tra questi problemi e l’efficienza, la sicurezza e l’affidabilità del sistema sanitario.
Problemi di dotazione del personale
Una dotazione insufficiente di personale infermieristico minaccia la qualità dell’assistenza e la sicurezza del paziente. Un migliore staffing è legato ad un decremento dei tassi di mortalità e ad un turnover inferiore. I costi indiretti della rotazione di personale infermieristico potrebbero essere significativi a causa della ridotta produttività iniziale dei nuovi dipendenti e per la diminuzione del morale portata dal frequente cambiamento di persone con cui lavorare, così come succede anche per la presenza di personale temporaneo e per la più lenta trasmissione delle procedure di sicurezza. In Italia, studi circa le correlazioni tra i limiti di assunzione di personale e la qualità dei servizi sanitari sono stati svolti solo di recente nel settore infermieristico. Alcune ricerche americane ed inglesi hanno identificato una stretta correlazione tra scarsità di personale, clima organizzativo, inadeguato supporto amministrativo e frequenza di infortuni del personale sanitario. Aldilà dei problemi al sistema muscoloscheletrico, particolare rilevanza hanno gli infortuni con sostanze tossiche (irritazione della pelle) e punture con gli aghi, entrambi sensibilmente influenzati dalle variabili di cui sopra.
Affaticamento
La fatica può avere conseguenze sia per la sicurezza, sia per la produttività dei lavoratori e a tal proposito un rapporto del 1999 stimava che circa 98.000 persone muoiono negli ospedali ogni anno negli Stati Uniti a causa di errori medici prevenibili, di cui dal 60% al 80% erano attribuiti alla fatica. Soprattutto per gli operatori sanitari, lunghi turni e incremento imprevisto dell’operatività, possono portare ad uno stato di costante affaticamento e conseguente rischio per la sicurezza del paziente.
Invecchiamento
L’invecchiamento degli organici è quindi destinato ad avere importanti conseguenze sul funzionamento delle aziende stesse e richiede un marcato riorientamento delle politiche e dei sistemi di gestione del personale. La quota di infermieri con più di 45 anni di età è destinata a crescere fino a raggiungere e superare il 50% del totale a organico. Avere in servizio infermieri anziani comporta una serie di problemi, peraltro già ampiamente documentati in letteratura, di cui l’organizzazione dovrà tenere conto: i più anziani possono avere maggiori difficoltà a tollerare lavori che richiedono sforzi fisici importanti ed essere più soggetti alle conseguenze negative dello stress connesso a frequenti modifiche del ritmo sonno-veglia tipico della turnazione. È importante cercare di tenere più a lungo possibile in servizio gli infermieri, per contare sulla loro esperienza e perché, data la carenza numerica, sarebbero difficilmente sostituibili, ma contestualmente bisogna garantire loro un ambiente (fisico ed organizzativo) che consenta loro di continuare ad offrire all’azienda il meglio delle proprie competenze professionali. La professione sanitaria in generale, e in particolare l’attività dell’infermiere, presenta alcune specificità: le attività comportano movimentazione manuale dei pazienti, dove spesso il rischio è significativo in ambito infortunistico, posture incongrue e fisse, prolungata e fissa stazione eretta, lavoro a turni e in orario notturno, in un contesto ad alta intensità emotiva dove lo stress e il deterioramento della capacità lavorativa sono sempre in agguato.
Multitasking e interruzioni
I temi delle interruzioni nel flusso di lavoro e più in generale del multitasking degli operatori sanitari stanno raccogliendo sempre più attenzioni da parte dei ricercatori e del management delle aziende sanitarie, in quanto il contenimento del personale insieme all’aumento ed all’ubiquità delle tecnologie dell’informazione e comunicazione contribuisce ad aumentare le occasioni di interruzione e multitasking, con effetti potenzialmente catastrofici sulla salute degli operatori e dei pazienti.
Conclusioni
Lo studio ha messo in luce come un buon coinvolgimento lavorativo permette agli operatori sanitari di resistere a fronte di un carico di lavoro crescente. I medici e gli infermieri delle strutture coinvolte dalla ricerca percepiscono una buona capacità lavorativa ed un buon coinvolgimento, che però tende a diminuire con l’aumento dell’anzianità lavorativa nel contesto preso in esame, mentre pare indipendente dall’età anagrafica e dal genere. Tra le tre categorie professionali considerate, gli infermieri manifestano vigore inferiore sia rispetto agli Oss che ai medici, mentre la dedizione è generalmente molto alta per tutti.
Gli infermieri e gli Oss hanno il triplo della possibilità di avere un indice di work ability scadente o mediocre rispetto ai medici. Mentre l’anzianità lavorativa in equipe aumenta del 44% la probabilità di un buon coinvolgimento lavorativo.
In altre parole gli operatori sanitari svolgono più attività contemporaneamente e quindi sono esposti ad un impegno cognitivo che supera lungamente le ore effettivamente svolte, anche per le frequenti interruzioni che in una organizzazione ad alta intensità di relazione come quella sanitaria arrivano ad essere in media 6 interruzioni ogni ora per un medico. La comunicazione rimane un aspetto fondamentale del lavoro in sanità e rappresenta uno strumento fondamentale per migliorare la sicurezza, ma può anche essere un problema se non viene strutturata e se non avviene secondo precise modalità.
Quando c’è un buon coinvolgimento, i lavoratori tendono ad avere un atteggiamento proattivo ed a rimanere a lungo periodo all’interno dello stesso servizio. Negli operatori sanitari migliora l’identificazione con l’ospedale, si riduce l’assenteismo, migliora la performance organizzativa. Il coinvolgimento è fortemente connesso con il disegno delle organizzazioni.
In considerazione dell’esposizione al lavoro a turni, che nel campione studiato riguarda una proporzione superiore al 60% degli operatori, si ricorda che sulle donne questo ha un effetto anche sulla capacità riproduttiva, con un ritardo di 1,5 anni del primo parto rispetto alle giornaliere ed un aumento più marcato del rischio di insorgenza di tumori al seno. Turnazione quindi da bilanciare, ridurre, organizzare in modo tale da limitare tutti gli altri fattori che contribuiscono al rischio di deprivazione di sonno. Oltre all’orario di lavoro, infatti, le condizioni dell’ambiente e le caratteristiche del compito incidono sulla performance: ad esempio nell’ambiente la carenza di stimoli, la cattiva illuminazione o il rumore hanno effetti negativi, così come la monotonia dei compiti o la scarsa autonomia professionale dal punto di vista organizzativo.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda alla lettura completa del documento.
A cura di: Ing. Emanuela PISANU