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 Ven 1 Giu 2018

ANALISI DELLA “SATURAZIONE” NELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEGLI ARTI SUPERIORI

ANALISI DELLA “SATURAZIONE” NELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEGLI ARTI SUPERIORI

Nell’analisi dei fattori di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori (rischio CTD), riveste sicuramente un ruolo importante il fattore “frequenza”, vale a dire il n. di azioni compiute in un minuto di attività ripetitiva. Il conteggio va eseguito relativamente alle sole azioni tecniche e non deve quindi tenere conto dei possibili gesti condotti senza finalità tecnica volta all’esecuzione del compito (azioni fittizie).

Tuttavia, il semplice conteggio della frequenza non sempre esaurisce l’analisi degli aspetti organizzativi e del contenuto meccanico del compito ripetitivo.

Escludendo le frequenze molto elevate già di per sé pericolose (come riferimento, si consideri un numero di azioni al minuto superiore a 60/70), negli altri casi, a parità di frequenza, si possono verificare condizioni differenti determinate dal protrarsi dei gesti per periodi variabili all’interno del tempo totale di ciclo (anche detto cadenza). La conseguenza consiste in una differente “saturazione” delle azioni tecniche compiute dall’arto nel tempo di ciclo, secondo percentuali differenti.

Al fine dell’analisi del rischio specifico, ma soprattutto della eventuale necessità di riprogettazione del compito, risulta quindi importante la conoscenza di un particolare tipo di saturazione, rappresentato dal rapporto percentuale fra il tempo di effettiva azione dell’arto interessato e la cadenza:

% saturazione dell’arto = (t azione arto / t totale ciclo) x 100

Il dato ottenuto rappresenta la saturazione dell’arto, ossia l’impegno “meccanico” dello stesso nell’ambito della durata di un ciclo di lavoro ripetitivo. Non deve essere confuso con altri tipi di saturazione, utilizzati per l’analisi di aspetti organizzativi dei compiti (discontinuità, lavoro frammentato, etc.).

Da un punto di vista valutativo, la saturazione va analizzata separatamente per ogni arto, in riferimento alla durata effettiva delle azioni meccaniche dell’arto stesso nel tempo totale di un ciclo, ovvero all’interno di un determinato periodo di osservazione (qualora l’attività ripetitiva non sia caratterizzata da cicli), con conseguente definizione del peso percentuale rispetto alla cadenza. In questo contesto sono da tenere in considerazione anche le azioni tecniche statiche (poiché danno un contributo alla saturazione del compito).

I dati ottenuti possono delineare differenti situazioni di rischio: attività con bassa saturazione degli arti superiori (<10%) rappresentano condizioni a rischio contenuto, anche in virtù della possibile presenza di tempi di recupero interni al ciclo; al contrario, attività con elevata saturazione (> 80/85%) possono delineare situazioni critiche con necessità di riorganizzazione dei compiti.

Si tenga conto del fatto che l’analisi della saturazione può essere estesa ad altri fattori che concorrono alla definizione del livello di rischio, quali le posture incongrue dei comparti dell’arto superiore (mano/dita, polso, gomito, spalla) e la stereotipia dei gesti compiuti (monotonia delle azioni tecniche).





A cura di: P.I. Marco ANTONIELLI


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